mercoledì 2 luglio 2014

l'informatica ai tempi di Karl Marx

Avevo parlato di quanto molte delle inserzioni di lavoro nel mondo informatico, quelle che si vedono su Monster o InfoJobs, rendano evidente della scarsezza intellettuale culturale e manageriale delle aziende di  informatica italiane e piemontesi in particolare.
Le richieste sono sempre relative a competenze molto molto di dettaglio e questo implica 1) un lavoro altamente parcellizzato 2) di conseguenza un lavoro "manovalizzato" 3) un lavoro precario 4) il "devi essere operativo da subito" 5) l'irrilevanza dal contesto lavorativo.  Una figura professionale oggi molto ricercata è l'installatore di infissi. Le richieste di installatore di infissi sono "installatore di infissi" poi magari si richiede la disponibilità agli spostamenti etc... ma non si specifica se infissi di marca tale o talaltra se di alluminio anodizzato o legno... se larghi due metri o un metro e ottanta.... Nel settore informatico invece si dettaglia molto di più, relativamente a cose che nel giro di una settimana, anche meno, una persona normale ma con unan buona base - magari una laurea, in un contesto minimamente collaborativo, riesce ad apprendere.
Molto più distante, negli anni 70/80, era il mondo  tra i "gestionali" ed i "tecnici". Ora tutti lavorano a oggetti/eventi...  Cambiano gli IDE, i linguaggi, i "behind the scene" .... e cambiano in fretta e ce ne sono tantissimi. Da questo punto di vista l'esperienza non è più vendibile, come impari un tool, ne va di moda un altro.
E qui entra in gioco il vecchio barbuto di Treviri. Mi scuso con i marxisti-leninisti autentici, quelli che ci tengono al trattino, se la mia cultura marxiana risale alle reminescenze scolastiche (relativamente ai collettivi studenteschi) e alle Spigolature, Strano ma vero e Forse non tutti sanno che... della Settimana Enigmistica.
Comunque Marx criticava il Capitale perche nel comprare la "forza lavoro" al proletariato, pagava  solo la "capacità di rigenerasi" Beati loro! Oggi invece questo rigenerarsi è impossibile. E' vero, anche "il medico si aggiorna", ma i tempi non sono così rapidi e i margini di profitto del lavoro del medico sono tali da permettegli questo aggiornamento, quelli dell'informatico no.
Come uscirne? Con un'imprenditoria più seria:
1) Che valorizzi il lavoro di gruppo. Lavorando insieme circolano più idee, le esperienze diventano condivise, si impara più in fretta (e si fanno meno errori)
2) Che valorizzi i tempi morti. E' indubbio che ogni tanto esistano tempi morti (oh il programma gira prima del previsto, devo aspettare che xxxx  faccia un certa interfaccia per...) ed in questi tempi non è sempre chiaro come gestirli individualmente. Occorre gestirli aziendalmente, in modo che 1) la conoscenza diventi patrimonio di tutti 2) si studi in funzione degli obiettivi aziendali. C'è un problema: per come sono gestite molte aziende, sulla competizione individuale, nessuno ammetterà mai l'esistenza dei tempi morti.
3) Anche se i tempi morti non ci sono è un migliore investimento quello sul proprio team che "una risorsa con quello skill non l'abbiamo in casa, dobbiamo assumerla da fuori" e pagare "recruiter" ed "head hunter". Ma purtroppo nell'informatica in Italia è ancora ammesso e tollerato il "caporalato".

A quando un nuovo Marx?



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