mercoledì 4 febbraio 2015

Dopo molto - Riprendo con una considerazione

Dopo molto tempo riprendo a scrivere su questo blog.
Nel frattempo sono successi molti fatti, sia personali che "storici".
Su uno mi voglio soffermare: si tratta dei terribili attentati accaduti a Parigi. Permetto che sono fatti gravissimi, premetto che la religione non giustifica nessun omicidio (in particolare le religioni che contengono la narrazione del "padre nella fede" a cui l'Angelo di Dio blocca la mano che stava per sacrificargli il figlio: il messaggio è chiarissimo!).
Ebbene a me ha lasciato sconvolto un particolare che ha reso evidente la mia distanza da questo mondo cosiddetto occidentale.
I servi di Satana (che si sente molto onorato ad essere chiamato dio grande!) hanno ucciso a) in un giornale di opinioni senza fatti b) in un negozio di cibi etnici.
 E' stato fatto un gran clamore sul bersaglio a) visto come simbolo, mentre è stato totalmente trascurato il valore simbolico del bersaglio b).
Per me, considerato il fatto che i morti sono sempre morti e gli assassini assassini, da un punto di vista simbolico è più grave il b)
Cos'era Chalie Hebdo? Un mezzo di comunicazione unidirezionale. Un mezzo che prevedeva un capitale accumulato, dei proprietari dei mezzi di produzione dell'informazione, un sistema di distribuzione. Si rivolgeva in modo asimmetrico con il pubblico. CH non aveva, per quanto ne so, nè i Robert Capa, nè gli Igor Man o Oriana Fallaci che intervistavano i personaggi più disparati o i Domenico Quirico.... Il giornalista era quello descritto da Jerome ne "I Pensieri Oziosi di un Ozioso", ma soprattutto faceva satira, ovvero insultava e arroccava la gente nei suoi pregiudizi.
Invece il cibo, quanto è, diciamo così, etnico, alternativo, tradizionale ... è un linguaggio di comunicazione paritario, capace di creare contatti, abbattere pregiudizi, raccontare storie, perseverare la memoria, sperimentare novità con un piede nel passato.
Ho ben presente me stesso, quando mangio alle sagre della Liguria o in Carnia, come mi sento in contatto con quei luoghi, quei popoli e la loro storia. E quando in inverno a Torino tiriamo fuori qualche "souvenir" del genere "prosciutto di Sauris" Formaggio di Enemonzo... come ci sentiamo proiettati verso quei luoghi.
 Invece tante parole, anche a sproposito su Charlie Hebdo. E' stata anche tirata fuori la famosa citazione di Voltaire, ma secondo me a sproposito, perchè appunto si tratta di esprimere un idea, cioè un giudizio organico e costruttivo, non un insulto gratuito, e poi l'espressione deve essere paritaria. Personalmente, affinchè i proprietari dei mezzi di comunicazione monodirezionali possano insultare, non sono disposto nemmeno a graffiarmi un dito.
Nessun commento invece sulla gravità dell'attacco alla libertà del cibo.
 Mi sembra di appartenere ad un altro mondo. Al mondo "del dialetto" (ma questo è un altro discorso)